Romolo Caggese (1881-1938)

1. LE ORIGINI: DALLA PUGLIA ALLA TOSCANA

Romolo Caggese nasce il 26 Giugno del 1881 ad Ascoli Satriano (FG). Dopo i primi studi nel locale seminario e poi a Foggia, nel 1900, grazie ad una borsa di studi, riesce ad iscriversi all’Istituto di studi superiori di Firenze, vera e propria fucina di storici italiani nella prima metà del XX Secolo. Qui subisce l’influenza per la causa meridionale di Pasquale Villari (1827-1917) e quella politica di Gaetano Salvemini (1873-1957), che lo indirizza, ancora prima della laurea conseguita nel 1904, agli studi medievali.

2. I RAPPORTI FRA CITTÀ E CONTADO

I primi lavori del Caggese, si concentrano proprio su quest’area storico-economica. Un primo lavoro riguarda Prato “Un Comune libero alle porte di Firenze nel secolo XIII”, oggetto della tesi di laurea discussa proprio col Villari, analisi che si allarga a “La Repubblica di Siena e il suo contado nel secolo decimoterzo”. Sono opere che mettono in luce tutta la sua critica nei confronti dei rapporti di forza e prominenza della città sul contado, dove pone l’accento sullo sfruttamento intensivo del contado da parte delle nuove classi borghesi che si stavano man mano affacciando all’interno delle nuove realtà comunali. Analisi esasperata nel successivo lavoro “Gli Statuti della Repubblica fiorentina” basato prevalentemente sugli statuti rurali degli archivi di Siena e Firenze relativi ai Secoli XII-XIV. L’opera è bersaglio della critica, soprattutto quella di Giocchino Volpe (1876-1971), che rimprovera all’autore l’eccessiva fiducia riposta in fonti locali per un argomento così vasto e complesso.

3. L’INSEGNAMENTO E LA QUESTIONE POLITICA DEL MERIDIONE

Trasferitosi a Napoli nel 1907 per insegnare in un istituto commerciale, consegue la libera docenza a Pavia nel 1907, grazie a Giacinto Romano (1854-1920). Sono gli anni della militanza nel P.S.I e delle collaborazioni con l’Avanti, oltre che della ricostituzione della sezione socialista napoletana. L’influenza del Salvemini, si manifesta nella battaglia politica in difesa della povertà del Mezzogiorno d’Italia, individuando nella “politicizzazione socialista delle masse meridionali” l’unica possibilità di riscatto dallo sfruttamento dei signori per i contadini. È un fuoco di paglia però: nel 1910 si distacca bruscamente dalle idee socialiste a causa di incomprensioni interne al movimento. Nel 1914, sempre più vicino ad idee massoniche che socialiste viene eletto come consigliere comunale a Napoli. Da lì a poco si schiera tra gli interventisti. Alla fine del primo conflitto mondiale, arriva l’agognato inserimento nell’insegnamento universitario, con il primo incarico come straordinario di storia moderna a Messina nel 1918 e dall’anno successivo come ordinario della stessa disciplina a Pisa.

4. LA STORICA ARRETRATEZZA DEL MERIDIONE E L’OMBRA DEL FASCISMO

Nel 1922 vede la luce il primo volume del “Roberto d’Angiò e i suoi tempi”, una critica aspra ai presunti splendori della società angioina. Il quadro descritto dal Caggese, ridimensiona fortemente il giudizio positivo nei confronti del sovrano angioino, individuando nella sua incapacità di governo tutte le cause dell’arretratezza del Mezzogiorno. L’opera non riceve la critica sperata, viene anzi negativamente giudicata da Benedetto Croce (1866-1952). Sono anni complicati per l’Italia che cerca di risollevarsi dal primo conflitto mondiale e si affida all’emergente partito fascista. Lo stesso Caggese si avvicina alle idee fasciste già nel 1922. Forse non del tutto convinto, firma il manifesto degli intellettuali antifascisti (1925) pubblicato dal Croce, rinnegando questa scelta pochi giorni dopo, attirandosi polemiche e opinioni sarcastiche da parte degli ambienti antifascisti. Inizia a collaborare all’Enciclopedia Italiana, curando molte voci d’argomento angioino. Dopo Pisa, nel 1923 passa alla cattedra di storia economica dell’Istituto di scienze economiche di Napoli; tre anni dopo è a Milano, dove sostituisce Gioacchino Volpe alla facoltà di lettere insegnando storia medievale e moderna fino alla morte, sopraggiunta nel capoluogo meneghino il 5 Luglio 1938, ormai emarginato dagli ambienti culturali del regime.

«È sperabile che oggi gli storici vogliano avvicinarsi al documenti lasciati dal Caggese per scopi di indagine storiografica, che vadano ben al di là dei semplicistici giudizi sul suo ormai remoto cedimento al fascismo» (Angelo Ventura 1930-2016).

Tra le sue pubblicazioni, va ricordato il saggio “Italy 1313-1414” scritto nel 1929 per la Cambridge Medieval History, in collaborazione con Michelangelo Schipa (1854-1939).

5. FONTI

AA. VV., Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto per l’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, Volume 16 (1973), voce “Caggese, Romolo”, curata da Mario Simonetti (1926-2017).

AA. VV., Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, Istituto per l’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, voci varie.

AA.VV., Storia del mondo medievale, Cambridge University Press, Volume VI (Declino dell’Impero e del Papato e sviluppo degli Stati nazionali), VII, “Italia, 1313-1414”, a cura di Romolo Caggese

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