La torre di Centocelle e l’incasalamento


A Roma Est, nel Parco Archeologico di Centocelle, compresa tra via dei Romanisti, viale Palmiro Togliatti e via Casilina si erge dal XII secolo una torre di avvistamento chiamata, in origine, di San Giovanni; probabilmente facente parte dei possedimenti del Palazzo Lateranense dove risiedevano i papi.

Centum Cellae, forse indicava le numerosissime arcate del vicino acquedotto Alessandrino; secondo altri, il toponimo risale al tempo di Costantino da un accampamento militare dalle numerose stanze. Oggi è diventato il toponimo del quartiere.

In un diploma di Ottone III, con il quale conferma tutti i beni spettanti al monastero di S. Alessio sull’Aventino, del 996, leggiamo: “… et casale de Centumcellis …”. Sulla presenza della torre ci si rifà, come primo documento, alla bolla di papa Onorio III in favore della basilica di S. Giovanni (1216): “…turrim vestram cum fundo et cum vineis in loco qui dicitur ad quartum, fundum Tabernule…”. E’ sicuro che vi fossero altri edifici nelle vicinanze ovvero appoggiati alla torre come una chiesa poi andata distrutta.

Dal XVI secolo, di proprietà dei Capranica, veniva chiamata Torre di Centocelle per via dell’incasalamento con il quale si rendevano sicuri i confini della Campagna romana e i suoi casali di proprietà ecclesiastica o aristocratica. Questo fenomeno dell’incasalamento è diffuso nelle zone dove si riscontrano più casali agricoli che castelli. Certamente i casali erano il centro economico di quella vasta area agricola che vide mutare i tempi medievali e gli stessi sistemi economici: dal feudalesimo al latifondismo che è durato quasi fino ai giorni nostri.

L’importanza della zona non solo dal punto di vista militare ma fiscale e commerciale ha permesso a questa torre di rimanere solida nel corso dei secoli. Da quella zona si poteva controllare il traffico delle merci che dalla via Prenestina e via Tuscolana provenivano dalle zone a Sud di Roma.

Caduto lo Stato Pontificio venne realizzato l’aeroporto di Francesco Baracca sui ruderi di una villa imperiale. Oggi si tratta di una zona periferica tornata alla ribalta solo grazie ai romanzi di Pier Paolo Pasolini. È curioso notare come la storia si ripete e se cambiano i nomi, non muta la sostanza. Dall’Agro romano si passa alla Campagna romana; dal feudo al latifondo che ricorda i vasti territori imperiali come, per esempio, il fundus Laurentum, un possedimento imperiale di proprietà di Elena (la madre dell’Imperatore Costantino) che si estendeva dalla Porta Sessoriana (l’attuale Porta Maggiore) fino al Mons Gabus (il mausoleo detto “Monte del Grano”, presso Piazza dei Tribuni).

Sitografia:

https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_di_Centocelle

https://it.wikipedia.org/wiki/Incasalamento

https://www.lavoroculturale.org/…/riccardo…/2016

https://www.dirittoestoria.it/…/Sacchi-Normativa-regime…

https://fotoartestile.com/…/la-periferia-romana…

Lascia un commento