1. LE ORIGINI E LA FORMAZIONE
Giovanni Battista Picotti nasce a Verona il 5 maggio 1878, figlio unico di Vincenzo e Giuseppina Giuriato. La famiglia paterna era di origini friulane, pur precedentemente radicata a Venezia.
Il giovane Picotti compie gli studi liceali nella città natale e cresce in un ambiente profondamente cattolico, maturando una fede profonda e rigorosa, grazie anche all’amicizia con Giuseppe Zamboni (1875-1950), di cui diverrà in seguito cognato, sposandone la sorella.
Iscrittosi sedicenne all’Università di Padova (1894), Picotti si laurea a vent’anni in letteratura italiana (1898) con una tesi sulle origini della storiografia ufficiale veneziana del Quattrocento. L’anno seguente si iscrive anche al corso di laurea in filosofia (1899), anche se poi non ne porta a compimento il percorso.
2. I PRIMI LAVORI: “I CAMINESI” E “LA DIETA DI MANTOVA E LA POLITICA DE’ VENEZIANI“
A ventisette anni d’età, Giovanni Battista Picotti pubblica “I Caminesi” (1905), un lavoro dedicato alla signoria di Treviso dal 1283 al 1312: originariamente concepito come illustrazione storica dei passi danteschi dedicati agli esponenti della casata aristocratica trevigiana, l’opera svela la precoce maturazione della vocazione di storico di Picotti, che scopre e valorizza fonti e documentazione di grande importanza.
Nel frattempo egli inizia una lunga carriera di insegnante liceale e in seguito di preside, che lo obbliga per vent’anni a ripetuti spostamenti per la Penisola Italiana: Trapani, Sanremo, Pistoia, Bologna, Potenza, Fano, ancora Bologna. Nel frattempo, la famiglia si allarga: la moglie Leopoldina gli dà dodici figli.
Prosegue comunque il lavoro di ricerca, incentrato sulla storia politico-religiosa del Rinascimento, e in particolare del Papato nel XV Secolo. Pubblica così “La Dieta di Mantova e la politica de’ Veneziani” (1912), poi ottenendo la libera docenza in storia medievale e moderna presso l’Università di Bologna (1914), con un giudizio molto positivo da parte di Gioacchino Volpe (1876-1971).
3. IL PRIMO DOPOGUERRA: LA RIPRESA DELL’ATTIVITÀ SCIENTIFICA E IL RIGORE DELLA VERITÀ STORICA DOCUMENTATA
Terminata la Prima Guerra Mondiale (1914-1918), della quale si è fatto patriottico sostenitore, pur non potendovi prendere parte direttamente, Giovanni Battista Picotti rimane poco attivo negli anni immediatamente successivi alla fine del conflitto, ma dopo alcuni anni ottiene una cattedra all’Università di Pisa (1925). La sua prolusione è intitolata “Romanità e nazionalità nella storia d’Italia”.
Inizia allora un periodo di stabile e operosissima attività, didattica e scientifica, durato sino alla pensione, raggiunta nel 1950, a settantadue anni. In questo periodo pubblica sulla “Rivista storica italiana” un importante articolo intitolato “Qualche osservazione sui caratteri delle signorie italiane” (1926) e un poderoso lavoro di ricerca raccolto nel tomo “La giovinezza di Leone X” (1928). In seguito, apre una vigorosa polemica con Giovanni Soranzo (1881-1963), in merito alla natura simoniaca del conclave che portò all’elezione di Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia (1431-1503).
L’atteggiamento di rigorosissimo rispetto della verità storica documentata, nei lunghi decenni dell’insegnamento pisano, procura al Picotti il rispetto e l’amicizia dei docenti “laici” della Scuola Normale. Questo è il miglior lascito del suo magistero, come gli riconosceranno numerosissimi allievi, tra i quali Michele Maccarrone (1910-1993), Arsenio Frugoni (1914-1970), Cinzio Violante (1921-2001), Emilio Cristiani (1926-2017), Delio Cantimori (1904-1966).
Nel 1930 il Picotti fonda, con alcuni altri cultori, la “Società storica pisana” e a seguire pubblica un fortunato manuale per la scuola media superiore, favorito dalle precedenti esperienze liceali. In questo periodo collabora a più riprese con la nuova “Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti” curata da Giovanni Treccani degli Alfieri (1877-1961), per cui cura molte voci
4. GLI ULTIMI ANNI E LA MORTE
L’operosità scientifica e accademica non si interrompe con l’uscita dai ruoli universitari. Dopo il 1950 prosegue le ricerche sulla storia del Papato e dei Borgia soprattutto, ma anche su alcuni temi danteschi. Nel 1952 partecipa alla fondazione del “Centro di studi sull’Alto Medioevo” di Spoleto, per cui si profonde con inesauribile energia, e nella promozione degli studi universitari a Lecce, come membro del comitato tecnico ministeriale fino agli anni Sessanta.
Muore a Pisa il 5 maggio 1970.
5. LE FONTI
– AA.VV., “Dizionario Biografico degli Italiani”, Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, Volume 83 (2015), voce “Picòtti, Giovanni Battista”, curata da Gian Maria Varanini (n. 1950).
– AA.VV., “Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti”, Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, varie voci.