Alla morte di Andrea Mantegna (1431-1506) venne rinvenuto nel suo studio un quadro con Cristo morto in una posizione del tutto inedita e moderna. Il figlio, Ludovico, lo vendette al card. Sigismondo Gonzaga, nel 1507. Dopo varie vendite, nel 1806, il segretario della Pinacoteca di Brera, Giuseppe Bossi, convinse il grande scultore Canova a vendere il quadro alla Pinacoteca dove lo si può ammirare tutt’oggi.
Dopo la morte del Mantegna, come si usava fare, venne redatto l’elenco delle cose rinvenute e si può leggere di due dipinti “Cristo in scurto” e “Cristo morto e tre dolenti”. Probabilmente ci furono diverse versioni.
Viene definito uno dei capolavori del Rinascimento. Io, umilmente, dico che c’è tanto del Medio Evo.

Intanto, il pallore tipico dei cadaveri, con cui si presenta Cristo. Del tutto inedito, moderno ma che ricorda i primi studi sui cadaveri che i chierici, monaci e monache esercitavano anche nelle università. E poi i volti rappresentati. Non più eterei, mitizzati, puri e irraggiungibili bensì terreni, umani.Una maschera di rughe e dolore. In questo sta la modernità del Mantegna ma anche tutta la complessa rivoluzione culturale che cominciò nel XII secolo in tutte le università, imperiali e religiose. La natura di Cristo, l’immagine della Madonna, la loro parte terrena e quella spirituale. Credo che per la prima volta la Madonna viene rappresentata non più giovane con i capelli biondi e veste candida ma come dovevano essere veramente le donne del suo tempo.
Mantegna ci fa vedere delle persone come noi: umanissime. Ma nel Medio Evo ci vollero numerosi concili, editti papali, scomuniche ed aspri dibattiti per stabilire la natura di Cristo. Nel 325 ci fu il primo Concilio ecumenico, a Nicea, affinché si decidesse se il Figlio aveva la stessa sostanza del Padre e per risolvere il problema creato con il Concilio di Alessandria, di qualche anno prima, dove si era deciso che non avessero la medesima sostanza divina. Nei primi secoli del Medio Evo, Cristo, è posto sul trono come un imperatore perché un impero c’era ancora nell’immaginario collettivo. Ci vorranno secoli di rivoluzioni culturali per accettare l’immagine moderna di un Cristo del tutto simile a noi. Senza il Medio Evo non ci sarebbe stato Umanesimo e Rinascimento così come li abbiamo conosciuti.
“Il dogma cristologico non sarà definito solo ai concili, ma anche nell’immagine”, questa la splendida definizione che dice tutto di Heinrich Pfeiffer, L’immagine di Cristo nell’arte, Roma, 1986.
In questo quadro c’è tutta la discussione medievale, tutt’altro che pacata, sul disegno di Dio: l’uomo era nei suoi progetti o fu un accadimento accidentale? In molti, come San Gregorio, ritenevano che l’uomo non fosse previsto nella Creazione. Sant’Anselmo, Abelardo e tanti altri ritenevano, invece, che fin dal principio Dio intendesse creare l’uomo e che, forse, il mondo fosse stato creato per lui (Sul punto, Jacques Le Goff, Gli intellettuali nel Medioevo, Milano, 2019, pag. 52).
Quindi, i volti dei personaggi rappresentati dal Mantegna sono più vicini alla vita terrena che a quella extra terrena. Così li rappresenterà Caravaggio ma un secolo dopo. Poi il volto tagliato dei tre personaggi a sinistra. Mai visto prima che il volto di personaggi noti, anzi, notissimi, come la Madonna potessero essere visti solo in parte. Il motivo, sicuramente, è dovuto allo spazio troppo stretto della tomba in cui venne custodito il corpo di Cristo. E qui c’è tutto il Medio Evo con le sue difficoltà e ristrettezze in cui le persone erano abituate a vivere. Sappiamo che per lunghi secoli un cavallo costava anche 5-10 volte una casa. Nell’Alto Medioevo si ha difficoltà a capire quanto potesse costare una casa. Abbiamo invece dettagliati resoconti delle derrate alimentari e attrezzi agricoli ma non si capisce bene il prezzo di una casa. E poi il panneggio del sudario. Per tutto il Medio Evo ri-nascevano le arti antiche. Si scavava, si trovavano le opere dell’Antica Grecia e dell’Antica Roma. Un mondo che ritornava alla luce ma doveva essere proprio in quei secoli studiato e compreso. Doveva destare scalpore ritrovare statue di marmo dalla fattura perfetta.
Mantegna ha voluto dipingere quello che veniva scolpito sul marmo dai grandi scultori del passato. E non è un caso che Canova volle per sé il dipinto. Sappiamo che fece di tutto, invano, per avere anche il Cristo velato, che si può ammirare nella Cappella Museo Sansevero a Napoli. Una volta capovolto il quadro, vicino la mano destra si possono leggere le sue iniziali “MA” formate dal drappeggio del lenzuolo. I riccioli a destra del capo riportano la data 1475. In altre parti del drappeggio si scorge “MF”, Mantegna fecit.
È vero, è un’opera modernissima. Ma lo furono anche i secoli del Basso Medioevo.