Carlo XII, re di Svezia (Stoccolma, 27 giugno 1682 – Fredrikshald, 11 dicembre 1718)
Era stanco Carlo, dopo 16 giorni di viaggio ininterrotto, all’imbrunire di quel 20 novembre 1714, mentre cavalcava nella pianura di Pomerania, dopo aver attraversato Ungheria, Moravia, Austria, Baviera, Württenberg, Palatinato, Westphalia e Meclemburgo. Ripensava a tutto quanto era accaduto nella sua vita e a ciò che lo avrebbe atteso, il tanto desiderato ritorno in patria alla ricerca della riscossa.
Ripensava a quel 24 dicembre 1697 quando, a soli quindici anni, si era sbarazzato della reggenza della nonna ed aveva fatto la sua solenne entrata in Stoccolma nella pienezza dei suoi poteri.
Ripensava a quell’ 8 maggio 1700 quando aveva lasciato Stoccolma imbarcandosi dal porto di Karlskrona, senza immaginare che mai più l’avrebbe rivista, per raggiungere l’esercito in Danimarca ed iniziare ad affrontare la formidabile coalizione che minacciava l’impero svedese.
Ripensava a quell’incredibile giornata del 30 novembre 1700 quando, in una tormenta di neve, aveva personalmente guidato i suoi Karoliner all’attacco delle posizioni russe di fronte a Narva, ottenendo una splendida vittoria su un esercito grande tre volte il suo che avrebbe creato la sua fama e il suo mito in Oriente e Occidente.
Ripensava ai sacrifici che aveva dovuto affrontare nel corso della sua vita e ai sacrifici che aveva imposto agli altri. Aveva abbandonato a soli diciotto anni la vita di corte, i costosi abiti francesi per l’austera divisa blu con i risvolti gialli, forse le donne, il vino, tutti i piaceri insomma, per l’austera vita militare, lui Carlo, dodicesimo di questo nome, unico tra i sovrani europei ad aver fatto questo.
Ripensava ai suoi nemici: Federico IV di Danimarca e Augusto il Forte di Sassonia, militarmente incapaci e dediti ai piaceri e agli intrighi e Pietro, il terribile, barbaro ma intelligentissimo zar, che non era riuscito a battere.
Ripensava agli anni 1706-1708 in cui, dopo aver piegato danesi e sassoni, aveva imposto la Pax Sueca al Commonwealth Polacco-Lituano, portando al trono Stanislao Leszczyinski e venendo ricercato e corteggiato dai contendenti nella Successione di Spagna per combattere al loro fianco.
Ma ricordava anche che non si era illuso. Doveva aver ragione del barbaro zar, che l’aveva sfidato costruendo la sua nuova capitale agli immediati confini dell’impero svedese.
E qui la rabbia si impadroniva del re. Ripensava alla sua marcia con l’ambizione di stupire il mondo nella sterminata Russia, a quella battaglia di Holowczyn il 3 luglio 1708 che era stata la sua vittoria più bella ma non era stata risolutiva, ai suoi piani mandati all’aria da Pietro che si era impadronito dei suoi rifornimenti nella giornata di Lesnaya e a quella ferita al tallone che gli aveva impedito di comandare efficacemente nel giorno fatidico. Si, il giorno fatidico, quello spartiacque della storia che l’ 8 luglio 1709 davanti alla città ucraina di Poltava aveva visto l’annientamento dei Karoliner, la fine dell’impero svedese e la nascita del grande impero russo. Era rabbia, rabbia, e tanta voglia di rivincita.
E trascurava nei ricordi gli eventi successivi, anni considerati sprecati nella propria vita, che di per se oggi farebbero un bel film d’avventura. Era fuggito in territorio ottomano con un migliaio di soldati sfuggiti alla capitolazione di Perevolochna e qui, grazie all’ospitalità del sultano, era vissuto tre anni a Bender in Moldavia. Aveva brigato ed era pure riuscito a spingere gli Ottomani a dichiarare guerra allo zar, ma alla fine l’oro russo e la corruzione del gran visir avevano frustrato i suoi piani. Alla fine era diventato un ospite ingombrante e per sloggiarlo il sultano aveva inviato i giannizzeri, contro cui aveva sostenuto con i suoi compagni un fiero ma inutile corpo a corpo. E alla fine era partito, tornando in patria con quel lungo viaggio pressoché solitario che ora stava terminando e che, lui non poteva saperlo, avrebbe aggiunto molto alla sua leggenda.
Carlo XII arrivò alle porte di Stralsunda, capitale assediata della Pomerania Svedese, all’una dopo mezzanotte del 21 novembre 1714. Ma presto realizzò che i tempi erano profondamente cambiati rispetto a pochi anni prima. L’impero svedese era sotto assedio non solo da Russi, Danesi e Sassoni, ma anche da Prussiani e Hannoveresi. La difesa era impresa disperata, Stralsunda capitolò l’anno successivo, i Russi avevano invaso con successo la Finlandia, i Danesi la Scania. Rientrò in Svezia ma non a Stoccolma, che aveva giurato di rivedere solo da vincitore. Concentrò i suoi sforzi contro la Danimarca e la Norvegia, che del regno danese faceva parte.
Ma la fortuna lo abbandonò. Le campagne contro la Norvegia furono inconcludenti. All’ultimo la sera dell’11 dicembre 1718 si recò ad ispezionare le trincee davanti alla fortezza di Fredrikshald, l’odierna Halden, sul confine tra Svezia e Norvegia. Col suo consueto disprezzo del pericolo si sporse ad osservare le batterie nemiche e in attimo fu morto. Un proiettile gli attraversò il capo da destra a sinistra. I testimoni riferiscono che istintivamente portò la mano destra sull’elsa della spada e la sinistra alla tempia. Secondo Voltaire, un ingegnere francese di nome Mégret, presente al fattaccio, disse laconicamente: “La commedia è finita, andiamo a cenare”. Il dubbio che la palla che lo uccise non fosse nemica è rimasto nella storia.
Con Carlo XII la Svezia raggiunse l’apogeo e vide il proprio crollo come grande potenza. Ricordato come uno dei più grandi tattici di tutti i tempi con la sua testardaggine distrusse l’impero svedese ma non solo, distrusse anche la monarchia assoluta in Svezia, poiché poco dopo la sua morte la nobiltà si impadronì stabilmente del governo riducendo il re ad una figura senza poteri.
Eppure la vita incredibile e avventurosa di quest’uomo creò una leggenda consacrata dal nome con cui in Svezia continua ad essere ricordato: CAROLUS REX
Per approfondire:
Andersson, Ingvar, Storia della Svezia (trad.ital), Reggio Calabria, 1975
Bain, Robert N., Charles XII and the Collapse of the Swedish Empire, 1682-1719, Londra-New York, 1895
Frost, Robert, The Northern Wars 1558-1721, Harlow, 2000
Hatton, Ragnhild, Charles XII of Sweden, Londra. 1968
Voltaire, Carlo XII re di Svezia (trad.ital.), Milano, 1968