1377 – La denuncia di Wycliffe

Il 22 Maggio del 1377, papa Gregorio XI, al secolo Pierre Roger de Beaufort (1330-1378), denunciava le dottrine che il teologo inglese John Wycliffe (1331-1384) aveva pubblicato l’anno precedente nel suo “De civili dominio”, ordinandone l’arresto.

I. WYCLIFFE

John Wycliffe aveva per alcuni anni fama di buon “curialista” e per questo, nel 1373, aveva ottenuto una licenza per mantenere la prebenda di Westbury anche dopo averne ottenuta una a Lincoln. Egli era caduto in eresia solo dopo l’ammissione al grado di dottore in teologia (1372).

Dopo aver denunciato alcuni abusi del clero, nel 1376 aveva pubblicato il “De civili dominio“, un libello nel quale aveva esposto la dottrina secondo cui la giustizia è l’unico titolo indefettibile al dominio e alla proprietà, che un clero ingiusto non ha tale titolo e che la decisione se la proprietà degli ecclesiastici possa essere revocata spetta al potere civile: «politicorum qui intendent praxi et statui regnorum».

II. UN ORDINE IGNORATO

Wycliffe, protetto o ignorato dalla corte inglese, sarebbe riuscito a pubblicare teorie ben più ardite, non solo in materia di separazione del clero dallo Stato, ma anche su temi prettamente religiosi, come la transustanziazione e l’eucarestia.

In particolare, egli sarebbe giunto ad affermare (1378) che il papa incarnava l’Anticristo in quanto papa, sin da quando papa Silvestro I (285-335) aveva accettato la donazione di Costantino (274-337) così rendendo apostati tutti i suoi successori. In seguito, con il “De officio regis” (1379) avrebbe dichiarato la superiorità del re a qualunque sacerdote. Nel “De eucharistia” (1381), invece, avrebbe negato la transustanziazione, definendola un inganno e una follia blasfema, perché presuppone la possibilità che un accidente esista senza la sua sostanza.

Benché sospettato di essere in qualche modo legato alla grande rivolta dei contadini del 1381, ne sarebbe rimasto in realtà estraneo e avrebbe proseguito indisturbato la propria attività, pur ritirandosi nella sua Lutterworth, dove seri problemi di salute ne avrebbero limitata la mobilità, fino alla morte, sopraggiunta nel 1384.

III. LA CONDANNA POST MORTEM

A causa delle sue teorie contrarie alla dottrina cattolica, Wycliffe avrebbe subito una dichiarazione di eresia e una scomunica post mortem nel corso del Concilio di Costanza (1414-1418), lo stesso concilio che avrebbe condannato Jan Hus (1371-1415), quasi un erede delle dottrine di Wycliffe.

Le spoglie dell’eresiarca inglese sarebbero state perciò riesumate nel 1428 e bruciate sul rogo.

IV. BIBLIOGRAFIA

— AA.VV., “Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti”, Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani degli Alfieri (1877-1961), 1929-1937:

Alberto Pincherle (1892-1979), voce “Wycliffe, John”, nel Vol. 35 (1937).

— AA.VV., “Storia del mondo medievale”, Cambridge University Press, 1929-1936, Garzanti, 1981, Volume VI (Declino dell’Impero e del Papato e sviluppo degli Stati nazionali):

– Bernard Lord Manning (1892-1941), “XX. Wycliffe”.

— Hugh Chisholm (1866-1924), a cura di –, “Encyclopaedia Britannica”, ed. Horace Everett Hooper (1859-1922), 1911:

– Reginald Lane-Poole (1857-1939) e Walter Alison Phillips (1864-1950), voce “Wycliffe (o Wyclif), John”, nel Vol. 28.

— Charles George Herbermann (1840-1916), a cura di –, “Catholic Encyclopedia”, Robert Appleton Company, 1907-1912:

– Francis Fortescue Urquhart (1868-1934), voce “Wyclif, John”, nel Vol. 15 (1912).